3) SULL’ASSEGNO DIVORZILE: SENTENZA CORTE DI CASSAZIONE N. 11504/2017 DEL 10/05/2017

 

DIVORZIO

Non sarà più l’assegno divorzile “di una volta”.

In attesa di conoscere la pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, chiamate a risolvere i contrasti giurisprudenziali che si sono recentemente formati intorno alla questione relativa al criterio che dà diritto all’assegno di divorzio, tale materia è stata comunque già rivoluzionata dal nuovo corso della giurisprudenza di merito e di legittimità.

In particolare si richiama la sentenza n. 11504/2017 con cui la Cassazione ha riconosciuto all’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli il diritto a non dover mantenere la moglie, in quanto economicamente autonoma e scardinando così il principio dello “stesso tenore di vita” goduto in costanza di matrimonio (ancora più recente è la sentenza della Corte d’Appello di Milano nella vertenza Lario/Berlusconi, che segue il nuovo solco tracciato dal precedente di cui sopra).

La non autosufficienza economica del coniuge più debole è ora il parametro basico sul quale sarà disputata la legittimità di una richiesta di assegno divorzile.

Ciò non toglie che, in caso di divorzio, l’ex coniuge che svolga attività lavorativa, possa comunque ottenere un assegno divorzile, che valga ad integrare il suo reddito, anche in considerazione degli oneri concreti che lo stesso sostiene, del suo patrimonio, della sua salute e della sua collocazione nella società. Il criterio dell’autosufficienza è pertanto un concetto variabile. Al riguardo merita attenzione una sentenza della Corte d’Appello di Genova (n. 106/2017), che ha ritenuto opportuno considerare altresì il decoro da mantenere nell’accompagnamento della prole, nello svolgimento della propria professione e nella vita di relazione, quali validi criteri per stabilire la legittimità o meno di una assegno divorzile in favore della parte economicamente più debole. Anche la lunga durata del rapporto matrimoniale ed il contributo economico fornito altresì dalla parte finanziariamente più debole della coppia per incrementare le risorse economiche della famiglia hanno rappresentato un parametro di riferimento che ha portato la Corte a confermare l’opportunità di un assegno divorzile in favore dell’ex coniuge più debole.